2005/2009 Summit for peace – Africa

Summit for Peace Africa

Dott. Eugenio Di Marzio
Viale Gran Sasso, 126 – 66100 CHIETI Telefono e Fax (0871) 331882 cell. 335- 6011055 e-mail: eudimarzio@tiscali.it

Club Alpino Italiano e Solidarietà

CLUB ALPINO ITALIANO ABRUZZO – SUMMIT FOR PEACE

CONTINUA L’AVVENTURA DEGLI ALPINISTI IMPEGNATI NELLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO ALPINISTICO/UMANITARIO
“SUMMIT FOR PEACE – AFRICA”

GALLERIA FOTOGRAFICA CAI ABRUZZO – SUMMIT FOR PEACE – AFRICA

Summit for Peace Africa

CAI Abruzzo e Università D’annunzio – SUMMIT FOR PEACE AFRICA

Summit for Peace Africa Video

Il CAI con Summit for Peace – Africa e Università d’Annunzio, compagni di viaggio nel segno della pace e della solidarietà fra i popoli: VIDEO CLIP CON LE TESTIMONIANZE DI EUGENIO DI MARZIO E MARIO DI GIOACCHINO

Nel 2005 l’Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite ha promosso la “Sfida del millennio”, un’azione comune per ridurre del 50% entro i prossimi dieci anni il numero delle persone che nel mondo non hanno accesso diretto all’acqua.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, in una dichiarazione fatta in occasione della Giornata Mondiale Dell’Acqua del 2005, ha detto che “…l’acqua è essenziale per la vita. Ci sono ancora milioni di persone al mondo che devono lottare per la mancanza di acqua. Diversi milioni di bambini muoiono ogni anno a causa di malattie originate dall’acqua. E la sete continua ad affliggere alcuni tra gli Stati più poveri della terra. Il mondo deve cercare di rispondere in modo migliore … dobbiamo fare in modo che la sanità diventi una proprietà… . Ecco perché quest’anno la Giornata Mondiale dell’Acqua segna l’inizio del decennio “Acqua per la Vita”. Il nostro scopo è quello di raggiungere gli obiettivi relativi ad acqua e sanità riconosciuti internazionalmente entro il 2015… “.
Summit for Peace, nato da un’idea dell’alpinista Oreste Forno, prevede le salite delle montagne dei continenti in nome della pace e della solidarietà.
L’impegno per la pace e la solidarietà di Summit for Peace ha avuto come suo massimo riconoscimento due ratificazioni molto significative: il ringraziamento da parte del Santo Padre Giovanni Paolo II per le 285 salite, effettuate sulle vette d’Italia, nel giorno del Suo compleanno in segno di augurio e di riconoscenza per il Suo impegno per la pace; il giorno 11 dicembre 2004, Giornata Internazionale della Montagna, presso il Vittoriano il Ministro Enrico La Loggia, in appresentanza del Governo Italiano, ha premiato Summit for Peace consegnando a Eugenio Di Marzio una medaglia e un attestato per “l’attività meritoria per la pace in montagna”.
Il Club Alpino Italiano – Abruzzo referente dell’Area CMI del Progetto Summit For Peace, facendo propria la campagna “Acqua fonte di vita”, ha scelto di rappresentare i problemi del continente africano.

2005 salita delle montagne africane
Già nelle spedizioni iniziali si è unita la parte alpinistica con la salita delle tre grandi vette dell’Africa (Kilimanjaro in Tanzania, Monte Kenya in Kenya e Ruwenzori in Uganda) all’aspetto umanitario del progetto: i componenti (kilimaniaro – Eugenio Di Marzio, Margherita Legnini, Giuseppe De Angelis, Corrado Pibiri, Sandra Boi, Luigi De Angelis, Francesco Di Stefano, Paola Casati, Paolo Regimenti, Gennaro Pirocchi, Pietro Eboli, Mario Rubini, Giovanni Basile Tonino Paletti e Alberto Ghedina – Kenya Punta Nelion – Eugenio Di Marzio, Corrado Pibiri, carlo Ulacco, D’Intino Rossano, Mauro Giustizi e Daniele Giustizi – Punta Lenana – Sandra Boi – Ruwenzori Eligio Eboli, Mariano Felli e Giovanni Giorni) hanno potuto finanziare (con un contributo di € 450 messo da ogni partecipante) diversi importanti lavori in varie missioni africane, come la costruzione di un pozzo con annessa pompa presso la missione di Usokami in Tanzania per servire di acqua potabile l’orfanotrofio e il piccolo ospedale, la dotazione di dieci computer (utilizzabili anche dalla popolazione locale) per la Facoltà d’Informatica della RUCO RUAHA UNIVERSITY COLLEGE di Iringa e la costruzione di un pozzo d’acqua potabile nella missione di Ithanga (Kenya).
Dal punto di vista alpinistico la salita delle tre montagne rappresentano aspetti completamente diversi: il Kilimanjaro, con i suoi 5.895 m dell’Ururu Peak rappresenta la vetta più nota e più alta, richiede allenamento e capacità di adettamento veloce alla quota in quanto la salita di carattere escursionistico si svolge su un lungo percorso in quota; la punta Nelion del Kenya, il Cervino dell’Africa, si raggiunge con una escursione di tre giorni e poi con arrampicata su una parete i circa 400 m con difficoltà fino al 4 sup. mentre la discesa si effettua a corda doppia utilizzando degli spit lasciati i parere (con nebbia è difficile trovarli); la punta Margherita al Ruwenzori, vetta sulla quale gli abruzzesi riportarono la copia della bandiera utilizzata dal Duca Degli Abruzzi nella prima salita, si raggiunge percorrendo d’appima sentieri tra acqua, fango e una vegetazione fittissima dai mille colori e, nella parte alta, un ghiacciaio che con una cresta finale conduce alla vetta.

2006 salita dell’Elbrus – Europa
Dopo la salita delle montagne africane alcuni degli alpinisti partecipanti, unitamente ad altri nuovi aggregati, sono ripartiti (Eugenio Di Marzio, Mauro Giustizi, Carlo Ulacco, Margherita Legnini, Luigi De Angelis, Giuseppe Di Giuseppe, Olinto Fontana, Gennaro Pirocchi, Arturo Romor e Marco Schiona) e hanno realizzato la seconda fase del progetto Summit for Peace – Africa con la salita del Monte Elbrus 5.642 m.(Europa).
Al ritorno, l’interesse e la sensibilità dimostrati da alcuni Enti (Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti -Pescara, Fondazione Carichieti, Provincia di Chieti, della Regione Abruzzo e privati) hanno dato un notevole impulso alla realizzazione dei progetti già in fase avanzata e all’avvio di nuovi. Si è realizzato l’allestimento di cinquanta posti letto per gli studenti della nuova RUAHA University College di Iringa ed è stata data una borsa di studi.
La Provincia di Chieti, inoltre, ha realizzato un gemellaggio con la Provincia di Iringa finalizzato alla cooperazione per la realizzazione delle citate opere.
Alpinisticamente la salita alla vetta dell’Elbrus è rappresentata da una lunga escursione in quota che dal rifugio, servito fino a poca distanza da impianti di risalita, porta alle sella tra le due vette e poi in vetta.

2007 salita dell’Islan Peak – Asia
Nel 2007, per tenere sempre vivo l’attenzione sul progetto, alcuni componenti delle vecchie avventure Eugenio Di Marzio, Presidente del CAI Abruzzo e responsabile del Progetto, Mauro Giustizi, Margherita Legnini e Marcello Borrone, ripartono per Kathmandu in Nepal e successivamente, con volo interno, arriveranno a Lukla, villaggio da dove inizia il percorso a piedi per raggiungere la base dell’Island Peak o Imja Tse di m. 6189.
Anche questa avventura alpinistica termina a buon fine e, al ritorno, come sempre aumenta l’interesse per il progetto e di conseguenza la forza della solidarietà. Con la presentazione a Chieti, da parte del Vescovo della Diocesi di Irginga Mons. Tarcisius Ngalalekumtwa, del progetto di esecuzione lavori e gestione delle opere, il tutto per la riabilitazione di un vecchio acquedotto costruito da missionari italiani intorno al 1920, in modo da poter meglio servire il locale ospedale di Tosamaganga (350 posti letto) e il vicino orfanotrofio (200 bambini), con eventuali derivazioni per un villaggio nelle vicinanze. Durante la fase di progettazione si è deciso di costruire anche due grandi serbatoi serbatoi in muratura. Nelle fasi successive si è intervenuti, con l’acquisto di un serbatoio, per rendere più funzionale il collegamento dal pozzo al piccolo ospedale nella missione di Usocami.
Alpinisticamente la salita alle vetta dell’Island Peak può essere suDdivisa in tre parti che prevedono la marca di avvicinamento che può includere, allargando di poco il giro, la alita del Kalapattar da dove si gode un panorama splendido sull’Everest e sulle grandi montagne che ad esso fanno da corollario, la salita del faticoso avancorpo roccioso e, dopo aver raggiunto il ghiacciaio, la bella progressione su un ripido pendio di ghiaccio che immette alla bella cresta che conduce in vetta.

2009 Cerro Solo – Patagonia Argentina
Nel mese di febbraio 2009 il gruppo, sempre animato da Eugenio Di Marzio, parte per una nuova meta rappresentata dal Cerro Solo in Patagonia. Sono infatti appena rientrati dall’Argentina i componenti di ”Summit For Peace Sud America 2009”, tutti Soci Cai delle Sezioni di Carsoli (Mauro Giustini, Presidente della Sezione, Mariano Felli e Giampiero Giuliani) e della Sezione di Chieti (Margherita Legnini, Mario Santarelli e Piccinini Vilma che ha seguito il gruppo fino a El Chalten) capitanata da Eugenio Di Marzio, che il 30 gennaio ha raggiunto la vetta del Cerro Solo montagna situata nel Parco Nazionale Los Glaciares che si trova nella provincia di Santa Cruz, nella Patagonia argentina. Il Parco inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO con l’obiettivo di preservare i ghiacciai continentali. Il suo nome si riferisce alla gigantesca calotta glaciale (una delle maggiori del mondo) della Cordigliera delle Ande, da cui si originano 47 grandi ghiacciai vallivi (di cui solo 13 scorrono verso l’Oceano Atlantico). In altre parti del mondo i ghiacciai si originano a partire da quote molto più alte, ma, a causa della particolare conformazione geografica, in questa regione essi si formano a soli 1500 metri, e da lì scorrono fino a 200 metri sul livello del mare. Il 30% della superficie di Los Glaciares è ricoperta di ghiaccio. L’intera parte settentrionale consiste di una parte del lago Viedma, del ghiacciaio Viedma e di alcuni ghiacciai minori, oltre che di montagne molto popolari fra i cultori di alpinismo, fra le quali il Friz Roy e ilCerro Torre.
La salita del Cerro Solo, situato nel grande e meraviglioso anfiteatro che comprende il Cerro Torre e il Friz Roy alpinisticamente caratterizzato dalla storia che alpinisti italiani hanno saputo scrivere su queste grandi guglie di granito e di ghiaccio, dal punto di vista tecnico può essere sintetizzata con il superamento di un dislivello di circa 2000 m suddiviso in tre parti: la prima caratterizzata dal superamento di una zona di rocce estremamente instabili, la seconda contraddistinta da una fascia di rocce stabili superabili in arrampicata e la terza rappresentata dal superamento del ghiacciaio sommatale. La salita è stata influenzata dalla quantità di neve caduta nei giorni precedenti, caratteristica tipica dell’estrema variabilità delle condizioni atmosferiche di questo luogo, che ha complicato la progressione su roccia e resa pericolosa la parte finale con pendii su ghiaccio di 45/50° carichi di neve fresca.
Naturalmente, come le salite delle altre montagne, anche questa non intendeva proporsi come alpinistica “tradizionale” fine a se stessa, ma come parte di una missione umanitaria di più ampio respiro, della quale l’aspetto sportivo appresenta un primo passo strumentale.
Infatti più che l’aspetto tecnico è stato di grande importanza l’aspetto umano in quanto la salita della montagna effettuata nel segno della pace e ella solidarietà tra i popoli, uno dei messaggi di Summit for Peace, è stata realizzata dal gruppo abruzzese unitamente a due rappresentanti cileni e due argentini.
Le salite con lo spirito di Summit for Peace hanno aggiunto, per gli alpinisti che hanno fatto parte dei gruppi, oltre alla soddisfazione sempre meravigliosa di raggiungere una vetta spesso a lungo sognata, indipendentemente dalla sua difficoltà tecnica, anche la nuova grande soddisfazione di aiutare con essa, attraverso il proprio contributo e quello di altri sempre devoluto al 100% in solidarietà, altri meno fortunati.
Anche questa volta al rientro li aspettava una bella notizia che rafforzava in modo sostanziale la parte legata alla solidarietà infatti la Sixty Help Onlus, grande ditta internazionale, ha comunicato di aver messo a disposizione, per il tramite della Fondazione Università “G. D’Annunzio”, i cospicui fondi necessari per la realizzazione di un impianto finalizzato a rendere potabile l’acqua che perviene a Tosamaganga con il nostro progetto. Notizia molto importante in quanto molte delle malattie in Africa sono legate alla carenza di acqua o alla sua non potabilità
I lavori necessari per la realizzazione del progetto “Acqua potabile per Tosamaganga” (realizzazione di un nuovo canale di aduzione dal fiume Little Ruaha River alla tazione di pompaggio, istallazione di nuove pompe, installazione di serbatoi di stoccaggio dell’acqua presso l’ospedale e l’orfanotrofio, realizzazione delle opere necessarie per l’installazione dell’impianto di potabilizzazione, collegamento dei nuovi impianti con i serbatoi e allacciamento alla rete esistente, realizzazione rete elettrica, istallazione di dell’impianto di potabilizzazione), supervisionati dall’Ing. Elena Bonadei per conto della ditta EUROMEC fornitrice dell’impianto di depurazione, si sono conclusi mel mese di ottobre c.a..
Il giorno 4 novembre scorso alla presenza del Vescovo della Diocesi di Iringa, del Presidente della Provincia di Iringa, del Dott. Mario Di Gioacchino in rappresentanza della Università degli Studi “G. Dannunzio”, dell’Ing. Bonadei, e di altri rappresentanti si è svolta la bellissima inaugurazione, accompagnata da balli e canti locali, e sono stati aperti i collegamenti per l’utilizza dell’acqua potabile.

Club Alpino Italiano – Abruzzo
Il Presidente
Dott. Eugenio Di Marzio