Il Club Alpino Italiano Abruzzo è impegnato da tempo in ricerche scientifiche che hanno per oggetto i rifugi, in particolare quelli dell’Appennino abruzzese: la sottoscrizione della Convenzione degli Appennini, il 24 febbraio 2007, ha segnato una tappa fondamentale in questo genere di attività.
Nella Convenzione si descrive la dorsale degli Appennini come “porta“ del Mediterraneo, a cui appartiene anche il sistema dei rifugi, nell’ottica strategica dei bacini minimi di interesse internazionale con i quali associarsi, dialogare, ma anche confrontarsi. Per questo il progetto di ricerca è denominato Rifugi del Mediterraneo.
In quest’ottica si è posto il protocollo con il Dipartimento di Tecnologia Ambiente Costruito della Facoltà di Architettura dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, nella persona della Prof.ssa Forlani, firmato nel novembre del 2008 ad Ortona dei Marsi alla presenza del Vice Presidente Generale Dott. Goffredo Sottile e dell’Ente Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise.
Inoltre i primi dati, preliminari del censimento e dei costi di manutenzione ordinaria, provengono dal progetto CAI Abruzzo/Regione Abruzzo denominato Sentieri e rifugi tra natura e cultura.
L’interesse verso i rifugi non è rappresentato solo da esigenze di statuto: il CAI Abruzzo crede fermamente che un puntino (rifugio) integrato con una linea (sentiero) possa rappresentare una infrastruttura di qualità strategica per favorire la frequentazione delle nostre montagne e quindi le comunità che vivono nei parchi abruzzesi e appenninici, caratterizzati dalla notevole presenza di biodiversità.
Di recente l’architetto Marcello Borrone, Vice Presidente della Commissione Nazionale Rifugi e Opere Alpine, ha discusso la propria tesi di dottorato di ricerca dal titolo Materiali per un protocollo di interventi costruttivi in situazioni estreme. Il caso dell’Appennino abruzzese, che ha permesso di costruire una notevole base informativa sul mondo dei rifugi. (VEDERE ABSTRACT ALLEGATO)
Solo quale stralcio dell’abstract allegato: si segnala che nella Regione Abruzzo, con quattro parchi della superficie totale di 331.236 ettari, sono presenti solo quattro rifugi classificati secondo la L.R. 75/95 Strutture extralberghiere, con 80 posti letto complessivi! Significativo il confronto con il Parco Nazionale del Paradiso, il più antico d’Italia, anch’esso con una straordinaria presenza di biodiversità, della superficie di 150.000 ettari, in cui sono presenti nove rifugi con 408 posti letto (www.rifugiinparadiso.it).
Per una regione che si propone come quella verde d’Europa, dove i parchi sono tutti di montagna, che mette al centro della comunicazione la sua biodiversità, la ridotta offerta di infrastrutture (seppure dalla controllata capacità di carico) determina una diminuzione dell’integrazione tra il paese e la sua montagna e, quindi, una perdita di competitività turistica e di economie locali. Al contrario, a pensarci bene questo rapporto è proprio alla base del successo di altre aree geografiche, una delle quali recentemente nominata anche patrimonio dell’Unesco.
Tanto è stato fatto dal CAI Abruzzo, ma ancora altro è da fare, nell’ottica della comunicazione turistica, dell’adeguamento normativo delle strutture per classificarle ai sensi della L.R. 75/95, della valutazione dell’inserimento nell’ambiente, che schematicamente possono essere così descritte:
– il censimento della tesi di dottorato ha evidenziato che delle 25 strutture censite solo 4 sono classificate dalla normativa turistica regionale. Si pone l’esigenza di approfondire la ricerca nell’ottica della pianificazione, del recupero e della riqualificazione del patrimonio in quota. La ricerca indicherà quali sono oltre agli aspetti economici, quelli normativi e ambientali degli interventi da realizzare sulle singole strutture per avviarle alla classificazione in rifugi tenendo conto degli aspetti dell’edilizia (LCA), energia (sviluppo delle energie rinnovabili), ciclo delle acque;
– l’ulteriore segmento di ricerca da effettuarsi dovrà essere quello di collocare i risultati di questa ricerca nell’ambito della promozione turistica tramite la correlazione con i sentieri di accesso alle strutture e, soprattutto, di individuare le strutture da interessare e con quali interventi, compatibili con l’ambiente montano (pianificazione).
Collegando, infine, questa prima parte del Progetto del CAI Abruzzo “Sentieri e rifugi tra natura e cultura” alla seconda parte che si sta realizzando a seguito del protocollo di collaborazione tra il CAI Abruzzo e la Garmin, che prevede il “Rilevamento GPS della Rete Escursionistica/ciclo escursionistica abruzzese corredata di foto, informazioni utili, indicazioni per elisoccorso, ecc”, si perverrà al “Catasto dei sentieri”, strumento di organizzazione sistematica dei dati relativi ai sentieri di una certa area.
Gli obiettivi generali del progetto prevedono:
– il recupero della viabilità storica;
– il recupero di strutture che favoriscono la corretta fruizione dell’ambiente montano;
– la frequentazione in sicurezza degli ambienti montani e naturalistici abruzzesi;
– la diffusione di forme di turismo sostenibile, a basso o bassissimo impatto ambientale, per favorire le economie delle aree montane disagiate ma che conservano buoni valori di tradizioni;
– il rispetto delle aree con particolare fragilità naturalistica, paesaggistica e storica, attraverso l’attenta selezione dei sentieri;
– il riequilibrio della distribuzione geografica dei bacini escursionistici regionali.
Chieti, dicembre 2011
Club Alpino Italiano Abruzzo
Il Presidente
Eugenio Di Marzio