Snowfinch day 2008
Giornata di studio e di sensibilizzazione sul Fringuello Alpino
di Filippo Di Donato
A Campo Imperatore, il piccolo Tibet del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si svolgerà una significativa giornata di studio e di sensibilizzazione sugli ecosistemi d’altitudine. In primo piano il Fringuello alpino, osservato speciale del Corpo Forestale dello Stato – Ufficio territoriale per la biodiversità dell’Aquila, che organizza l’evento.
Domenica 29 giugno ci attende un’intensa giornata in montagna ed una proposta culturale e naturalistica diversificata prevedendo sia attività in ambiente, con un’escursione nella Conca di Campo Pericoli, al Rifugio Garibaldi – primo rifugio costruito dal Cai nel 1886 sul Gran Sasso d’Italia, di proprietà del Cai dell’Aquila – sia un seminario sulla fauna appenninica d’altitudine.
Bisogna approfittare di queste circostanze informative in quanto ricerche e momenti di sensibilizzazione guidata alla singolare funzione delle zone sommitali sono importanti e ci avvicinano ad un mondo per lo più sconosciuto. Imparare a conoscere i meccanismi che regolano la qualità della vita in alta montagna, dove si studiano con attenzione le condizioni per la sopravvivenza condizionate dalla fragilità dell’ambiente, ci aiuta a comprendere anche quello che accade più in basso, nei paesi e nelle città dove abitualmente viviamo. Le praterie di altitudine e gli ambienti di alta montagna, come l’altopiano di Campo Imperatore e la Conca di Campo Pericoli, – se li percorriamo come osservatori attenti e disponibili all’incontro – ci rivelano ecosistemi che ospitano specie e comunità tra le più interessanti dal punto di vista naturalistico e biogeografico. Mentre lungo i sentieri attraversiamo questi luoghi e ci immergiamo, in silenzio, ascoltando le voci della natura, solo allora ci accorgiamo di quanto questi ambienti siano il regno della diversità ecologica, della forza della vita, “bios”, che fiori ed animali hanno fatta loro, rendendola unica, adattandosi e specializzandosi. Nelle “steppe” d’altitudine si scopre la complessità ambientale che viene pazientemente ed attentamente monitorata con la biodiversità e si snoda il filo che lega ed unisce ogni forma di vita, dalle profondità marine alle vette alpine. Come escursionista, dopo aver superato il limite delle zone alberate, percorrendo le montagne più elevate del Parco mi sono imbattuto spesso nel Fringuello alpino che predilige pascoli e rupi in quota. Appena più grande di un passero, in volo, da un rupe all’altra, sfoggia ali e coda in gran parte bianche con evidenti guarnizioni nere. E’ proprio l’Appennino Centrale che, nella penisola italiana, segna il limite meridionale per questo uccello, sui massicci d’Abruzzo e tra questi il Gran Sasso d’Italia che ospita una numerosa e vitale popolazione.
Avvicinandoci alla montagna con occhi curiosi, non quelli cittadini o metropolitani, davanti ai quali scorre tutto frettolosamente, senza quasi nulla fissare nella mente, fermandoci ad osservare, aguzzando la vista, aprendoci al silenzio, ai suoni ed ai colori, ci appare l’insieme della natura, che cambia passo dopo passo, prima negli estesi prati-pascoli, poi risalendo da Campo Imperatore, affacciandoci alla sella di Monte Aquila, percorrendo l’anfiteatro di Campo Pericoli, tra i ghiaioni, le rocce affioranti, imparando a leggere, un po’ alla volta, meravigliati ed appagati, la varietà e la ricchezza del Bios.