Il Club Alpino Italiano ricevuto al Quirinale per i suoi 150 anni
Nella giornata del 9 gennaio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto la delegazione del CAI, la prima associazione nazionale nata dopo l’Unità d’Italia.
Stretta di mano Napolitano – Martini
“È molto significativo il fatto che le celebrazioni del vostro Centocinquantenario si siano in qualche modo intrecciate con le celebrazioni del Centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Voi siete una grande istituzione nazionale e rappresentate molto di più del solo alpinismo”. Con queste parole il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è rivolto, il 9 gennaio al Quirinale, alla delegazione del Club alpino italiano, la prima associazione nazionale nata dopo l’Unità d’Italia.
Nel corso dell’udienza dedicata al Sodalizio il Capo dello Stato ha posto l’accento sulla crescita negli ultimi tempi “della sensibilità per i valori della tutela dell’ambiente e della salvaguardia del paesaggio e del territorio. Voi ne siete la prova. Cerchiamo di mettere maggiormente in evidenza quello che di positivo si sviluppa e evolve nel nostro Paese o grazie all’impegno dei nostri connazionali”.
Napolitano è rimasto favorevolmente colpito dalla “bellissima storia della scalata del Monte Ararat”, compiuta dai ragazzi dell’Alpinismo giovanile del CAI lo scorso luglio.
In rappresentanza del CAI presenti il Presidente generale Umberto Martini, il Presidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico Pier Giorgio Baldracco, il Presidente dell’Associazione guide alpine italiane Cesare Cesa Bianchi, il Presidente del Club alpino accademinco italiano Giacomo Stefani, la diciottenne Paola Bellotti del CAI Legnano (una delle partecipanti alla spedizione sul Monte Ararat in Turchia), i Vicepresidenti generali Ettore Borsetti, Goffredo Sottile e Vincenzo Torti, il Direttore Andreina Maggiore, i componenti del Comitato Direttivo Centrale Sergio Viatori, Paolo Borciani ed Erminio Quartiani, il Coordinatore del Consiglio Centrale Alberto Alliaud, i Presidenti di diversi Gruppi regionali del CAI, il Coordinatore del Progetto Ararat Giancarlo Berchi, il componente della spedizione Edoardo Cerro e il Direttore di Montagne360 (mensile ufficiale del CAI) Luca Calzolari.
“Nel 2013 il CAI ha compiuto 150 anni. In questa occasione abbiamo voluto lanciare il messaggio La montagna unisce, perché le Terre alte sono una cerniera, non una barriera”, ha esordito Umberto Martini. “Lontani dall’idea di un compleanno autocelebrativo, abbiamo dato vita a una grande festa aperta a tutti, soci e non soci”.
Martini, ha sottolineato la grande quantità di iniziative locali e nazionali, e illustrato brevemente quelle nazionali tenutesi nel 2013, che hanno toccato tutto il Paese.
Le iniziative nazionali sono andate dall’escursionismo con il progetto CamminaCAI 150, al cicloescursionismo con il progetto Alle sorgenti del CAI in punta di pedali, dalle eccellenze e criticità che vanno tutelate con il progetto 150casi, fino ad arrivare all’alpinismo (progetto 150 vette), alla speleologia (progetto I vuoti che riempiono le montagne), alla cultura (CAI150.La mostra allestita al Museo della Montagna di Torino e il volume celebrativo CAI150.Il libro) e ai giovani con la spedizione al Monte Ararat.
“Il nostro impegno per il futuro immediato e a medio termine riguarda ambiente, sicurezza, giovani, popolazioni, Europa, formazione e cultura”, ha concluso Martini. “Vi sarà dunque un forte rafforzamento delle attività politico-culturali a favore delle popolazioni di montagna. La montagna è un nodo strategico dell’economia verde e una risorsa su cui puntare per lo sviluppo del sistema Paese e per superare questa crisi. Concludo prendendo a prestito il motto del Club alpino svizzero, nostro coetaneo, per dire che il CAI del futuro continuerà ad essere molto più che alpinismo”.
In allegato le dichiarazioni degli altri intervenuti.
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