2017.12.02 Comunicato stampa – Acqua Gran Sasso
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A quasi sette mesi dall’incidente di maggio pochi passi avanti verso la sicurezza Strumentale contrapposizione tra scienza e tutela della salute e dell’ambiente Necessario concentrarsi sui fatti come richiesto dagli oltre tremila partecipanti alla Manifestazione per l’Acqua Trasparente dell’11 novembre scorso
Oggi, conferenza stampa a Teramo dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso, promosso dalle associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI.
Le Associazioni hanno evidenziato come, a quasi sette mesi dall’incidente dell’8/9 maggio quando in quasi tutta la provincia di Teramo fu vietato l’utilizzo dell’acqua proveniente dal Gran Sasso, non si registrano grandi passi avanti verso la sicurezza.
In compenso ci si sta avvitando in una strumentale contrapposizione tra scienza e tutela della salute e dell’ambiente in particolare dopo la puntata della trasmissione “Le Iene” dedicata all’esperimento SOX.
Come l’Osservatorio ha ribadito più volte, e come avrebbe chiarito anche alla redazione della trasmissione se questa avesse scelto di ascoltarne i rappresentanti, non vi è alcuna volontà di contrapporsi alla ricerca scientifica, ma la giusta richiesta è avanzata per la prima volta ormai 15 anni fa è di garantire la sicurezza di un acquifero che rifornisce oltre la metà degli abruzzesi.
Le auto-rassicurazioni dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare non sono sufficienti, visti anche i precedenti. Ricordiamo che a seguito dell’incidente del 16 agosto 2002, che comportò la dispersione dall’esperimento Borexino di trimetilbenzene (o pseudocumene) ritrovato anche nelle fontane dei comuni costieri del teramano, i Laboratori furono sottoposti a sequestro a cui seguì un processo conclusosi è tra l’altro è con l’applicazione concordata della pena con patteggiamento nei confronti degli allora vertici dell’INFN e dei Laboratori. E questo dopo che per molto tempo si era continuato a garantire la totale sicurezza dei Laboratori, nonostante le associazioni ambientaliste avessero evidenziato il susseguirsi di numerosi incidenti tenuti segreti.
Per l’ennesima volta torniamo a ribadire: nessuno vuole fermare la ricerca scientifica, ma fino a quando la situazione dell’acquifero del Gran Sasso non sarà messa in sicurezza, il livello di rischio deve essere abbassato e non innalzato, ragion per cui le sostanze pericolose presenti nei Laboratori devono essere ridotte e non aumentate.
Come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso non ci sentiamo contrapposti alla scienza ed è una mossa strumentale cercare di far passare l’idea che le migliaia di cittadini che hanno chiesto trasparenza e sicurezza nella Manifestazione dell’11 novembre e in tante altre occasioni siano dei poveri ignoranti che vogliono opporsi alla ricerca scientifica.
Seppure in ritardo, finalmente oggi la Regione, la Strada dei Parchi e l’INFN ammettono che esiste un problema legato all’interferenza delle gallerie autostradali e dei Laboratori con l’acquifero: è responsabilità di tutti trovare subito soluzioni reali a questo problema nella consapevolezza che la tutela della salute e dell’ambiente viene prima di qualsiasi altra esigenza e che non potrà essere l’acquifero del Gran Sasso ad adeguarsi agli esperimenti dei Laboratori o alle esigenze dell’autostrada, ma viceversa.
Ecco perchè come Osservatorio evidenziamo nuovamente i ritardi accumulati e ribadiamo le richieste che portiamo avanti da mesi.
A distanza di quasi sette mesi dall’incidente la Ruzzo Reti SpA non ha ancora messo in funzione il nuovo spettrometro che dovrebbe garantire controlli più accurati ed estesi sull’acqua prima che vada in distribuzione.
L’ARTA dichiara di aver aumentato i controlli, ma vengono evidenziate le difficoltà dovute alla mancanza di personale e fondi.
Non risulta che sia stato fatto nessun passo avanti verso l’eliminazione delle sostanze pericolose stoccate e utilizzate nei Laboratori, ma anzi si progettano ulteriori interventi con materiale radioattivo.
Il protocollo firmato per migliorare le procedure di comunicazione in caso di lavori e interventi sotto il Gran Sasso alla prima prova reale è stato disatteso: la stessa Regione ha dichiarato di non essere stata messa a conoscenza dell’avvio delle procedure di verifica dell’esperimento SOX con le prove di trasporto di materiale radioattivo.
Non risulta che siano stati approntati nuovi strumenti per gestire eventuali emergenze in maniera meno confusa di quanto avvenne in occasione dell’incidente dell’8/9 maggio quando gli stessi sindaci della provincia di Teramo dichiararono di non essere stati messi in condizione di informare tempestivamente i cittadini di quanto stava accadendo.
Non vi è stata nessuna informativa circa la soluzione da adottare per mettere definitivamente in sicurezza l’acquifero a cui, peraltro, starebbero lavorando alcuni degli stessi operatori (Ing. Guercio su incarico INFN) che hanno già lavorato durante la gestione commissariale. A tal riguardo le informazioni che circolano sembrano portare soluzioni che non garantiscano la separazione dell’intero acquifero ma al contrario comporterebbero la possibilità che i 700.000 cittadini Abruzzesi possano subire un depauperamento della propria acqua e la potabilizzazione della stessa. E non sono accettabili soluzioni tampone finalizzate esclusivamente a risolvere i problemi di Laboratori e Strada dei Parchi.
L’Ente Parco con nota del 23 novembre inviata a INFN e Strada dei parchi ha chiarito ogni nuovo intervento previsto all’interno dei laboratori sotterranei o delle gallerie autostradali, ad eccezione di quelli di ordinaria manutenzione, deve essere, necessariamente e senza eccezioni, sottoposto all’autorizzazione dell’Ente ed al procedimento di Valutazione di Incidenza Ambientale in conformità a quanto disposto dal D.P.R. n. 357 dell’8/9/1997 “Regolamento di attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchè della flora e della fauna selvatiche”. Posizione che riteniamo importante proprio per la particolare procedura che prevede maggior partecipazione e trasparenza.
Nonostante le rassicurazioni seguite alla Manifestazione dell’11 novembre non è stato fatto alcun passo avanti sulla trasparenza e sulla partecipazione: continua infatti il divieto di far partecipare rappresentanti delle associazioni, come richiesto dall’Osservatorio, alla Commissione regionale e al Tavolo nazionale aperti sulla situazione di emergenza del Gran Sasso.
Restano poi aperte ulteriori questioni quali la procedura di valutazione di incidenza sull’esperimento SOX, il ricorso annunciato dall’Assemblea dei sindaci del teramano contro l’avvio dell’esperimento stesso, un più concreto ed esteso interessamento dei parlamentari abruzzesi alla vicenda.
L’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso torna a chiedere risposte rapide e convincenti su tutti i punti evidenziati, annunciando fin da ora nuove iniziative come la Manifestazione dell’11 novembre se dalle Istituzioni competenti non dovessero arrivare risposte adeguate.
WWF Teramo
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