2019.04.24/28 Le lagune altoadriatiche, tra le Alpi e il Mare, tra il Passato e il Presente”
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La Laguna di Venezia, come tutte le lagune costiere, è un sistema di interfaccia tra terra e mare, originatosi per processi naturali in un contesto di intensi dinamismi evolutivi. La linea di costa del Mare Adriatico raggiunse una posizione prossima all’attuale circa 6000 anni fa, in seguito all’innalzamento marino determinato dal riscaldamento climatico succeduto all’ultima fase glaciale. L’evoluzione costiera è stata condizionata, oltre che dalla risalita del livello marino, anche dalla subsidenza locale e dagli apporti sedimentari dei fiumi. Ai margini della pianura alluvionale, che aveva occupato buona parte dell’attuale Mare Adriatico durante la fase di massima espansione glaciale (tra 30.000 e 20.000 anni fa), si formarono sistemi barriera-laguna nelle aree interdeltizie, dando origine ad un sistema di lagune costiere tra cui quella di Venezia.
Ciò che ha reso unica questa laguna è stata la gestione da parte dell’uomo, che nell’ultimo millennio, guidata da una cultura peculiare per la quale l’acqua rappresentava il connettivo territoriale, ne ha orientato l’evoluzione in senso stabilizzante. Nel Novecento si è imposta invece una visione dominata da aggressioni snaturanti, tuttora riproposte, irrispettose dei valori naturali e storici e della stessa identità lagunare. L’eliminazione di vaste aree per interrimento e le opere demolitive dell’identità e della funzionalità sistemica hanno portato alla Laguna attuale, fortemente differenziata per assetti naturali e per livelli di trasformazione, con estese aree in cui prevalgono i caratteri originari, altre in cui la natura è ancora peculiare ma
profondamente mutata, altre ancora in cui sono dominanti i dissesti e la perdita di identità.
Le estensioni maggiormente rappresentative della laguna originaria coincidono col transetto che collega la penisola del Cavallino a Burano proseguendo fino alle foci dei fiumi Dese e Sile, ove si osservano con buona integrità le forme originarie proprie dei sistemi di canali, bassifondi e “barene”, originatisi nel rapporto col mare (grazie alle correnti di marea e ai sedimenti portati da queste) e nel rapporto con l’entroterra (per effetto delle acque dolci e degli apporti solidi di origine fluviale).
Nella Laguna originaria l’incontro tra le acque marine e quelle dei fiumi sfocianti in laguna provocava una salinità decrescente verso l’interno, secondo gradienti variabili con le maree e con le portate di provenienza continentale; oggi questi gradienti si riconoscono solo in alcune aree periferiche, mentre in gran parte della Laguna, a seguito delle diversioni dei principali fiumi, la salinità è prossima a quella marina. Proprio il transetto sopra citato offre uno spaccato dell’originario gradiente di salinità, immediatamente visibile nel passaggio dai canneti, dominanti nelle aree ad acque dolci o salmastre, alle “barene”, isolotti tabulari soggetti ad alterne emersioni e sommersioni con la normale marea, tipicamente ricoperti da vegetazione alofila, i cui adattamenti alla salinità si prestano ad una lettura didascalica.
Per info: www.cai.it
24 / 28 aprile 2019 – Le lagune altoadriatiche, tra le Alpi e il Mare, tra il Passato e il Presente”