Culbianco – Tratto da Agenda CAI 2010

20 culbianco

20 CULBIANCO                  Nome scientifico: Oenanthe oenanthe (Linnaeugl 1758)

Tratto da Agenda CAI 2010

Classe: Uccelli          Ordine: Passeriformi           Famiglia: Turdidi

20 culbiancoCaratteristiche – È un grazioso uccello cosi denomi-nato per avere il basso dorso e la sopraccoda di un bianco vistoso, che contrasta con ie restanti parti nere della coda. Il maschio ha dorso, ventre e fronte grigio-cenere e sopracciglio bianco. La femmina ha un evidente sopraccigiio giaiiastro e la coda uguale al maschio. Di peso di circa g 25-30, ha una lunghezza di 14-i5 cm ed un’apertura alare di 25-30 cm. Ha il becco scuro ed abbastanza appuntito.

Habitat e diffusione – È un uccello migratore a lungo raggio diffuso su di una vasta area, arriva nell’Europa meridionale a fine marzo-primi di aprile. L’habitat è costituito cia pascoli, praterie accidentate e Sassaie delle montagne dove è nidificante. È un instancabile migratore capace di volare per migliaia di chilometri. Giunge in Italia dall’Atrica.

Riproduzione –  Effettua una 0 due covate da aprile amaggio, con 3-6 uova di colore azzurro-chiaro di dimensioni medie dimm 20×15. Il maschio aiuta nello svezzamento della prole. Nidifica in piccole cavità delle rocce, approntando un nido di erbe, muschio e peli.

Canto e richiamo. Il verso del culbianco è un aspro ”tacK” emesso quando l’uccello è posato su di una roccia o durante un Corto volo. Ha strofe Corte, Con intermittenza regolari e poco melodiose.

Abitudini e alimentazione. Si ciba di insetti, ragni, vermi, piccoli molluschi. Sempre in movimento, lo si nota spesso in posa eretta su di un sasso o comunque su di una sporgenza, alzando ed abbassando la coda e il capo. Vola basso e per brevi tratti.

Curiosità – La causa della contrazione di alcuni areali riproduttivi del culbianco è principalmente dovuta al fatto che sono venute a mancare le condizioni favorevoli per la specie a causa delle opere di bonifica dei prati spontanei, con la rimozione dei massi e del successivo abbandono dei pascoli.

GAETANO FALCONE (ON – CAI L’AQUILA)