Rifugi Aperti del Mediterraneo 2012

Rifugi Aperti del Mediterraneo 2012

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Club Alpino Italiano – Abruzzo

con la collaborazione di

Rifugi Aperti del Mediterraneo 2012

Rifugi Aperti del Mediterraneo 2012

GALLERIA FOTOGRAFICA RIFUGI APERTI DEL MEDITERRANEO 2012 – 1^ giornata

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Rifugi Aperti del Mediterraneo 2012

GALLERIA FOTOGRAFICA RIFUGI APERTI DEL MEDITERRANEO 2012 – 2^ giornata

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RaM

Rifugi aperti del Mediterraneo

Rifugio Duca degli Abruzzi mt 2.388 s.l.m.
Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga
28-29 Luglio 2012
Marcello Borrone *

Rifugi Aperti del MediterraneoE’ un programma di ricerca promosso da Marcello Borrone, sostenuto dal Club Alpino Italiano Abruzzo e successivamente da Slow Food Abruzzo e dal Dipartimento di Tecnologia dell’Ambiente Costruito della Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti/Pescara, volto a ri-collocare il rifugio appenninico all’interno dello spazio geografico-culturale del bacino del Mediterraneo. Il programma vuole valorizzare la funzione del rifugio nell’Appennino, spina dorsale di collegamento fisico, simbolico ed economico dall’Europa centrale all’arco mediterraneo afro-asiatico. La dorsale appenninica, (lunga 1.500 km, si sviluppa in 15 Regioni, con 2.519 Comuni, 277 Comunità Montane, 58 Province, 15 parchi nazionali, 5 parchi regionali, 74 riserve naturali statali, 72 riserve regionali, il tutto su un territorio di 1.500.000 ha.), con la sua varietà geomorfologia, rende il sistema paesaggistico complesso, differente nella percorrenza e nell’alternarsi delle stagioni, ricco della presenza di due vulcani, il Vesuvio e l’Etna e delle tante altre testimonianze di una “cordigliera” dove sono infiniti i segni dell’uomo. Il rifugio appenninico, nel trasformarsi, da “punto di salvezza” in un paesaggio ostile e deserto (luogo di incontro brusco e spartano di un’avventura silenziosa e solitaria), a presidio culturale, si evolve verso un sistema complesso di attrezzature per la montagna integrato, sempre più a rete e in connessione con quello a valle. Vetrina di un territorio dove sviluppare gli aspetti di educazione ambientale (Centro di Educazione Ambientale), della cultura materiale (prodotti gastronomici, artigianato), immateriale (momenti di approfondimento scientifico, artistico, etnografico, psicoterapeutico), comunicativo (concerti, filmografia, bibliografico) e di sicurezza (Soccorso alpino, incendi dei boschi).
Il programma di ricerca, ha operato su due scale: territoriale ed edilizia. Quella territoriale incentrata sul ruolo che possono ricoprire le aree montane, e quelle protette in particolare, introducendo il criterio della capacità di carico turistico. Quella edilizia focalizzata sulle esperienze in corso nelle Alpi e sul censimento dei rifugi raggiungibili solo con sentiero, nell’Appennino abruzzese. Il Censimento, ripartito per i tre parchi Nazionali (Abruzzo Lazio e Molise, Gran Sasso e monti della Laga, Majella) e quello Regionale (Velino Sirente), ha affrontato gli aspetti edilizi e impiantistici, correlandoli alle esigenze normative. I primi risultati su cui riflettere riguardano il numero dei “rifugi” veri e propri presenti: solo quattro strutture sono classificate dalla Legge Regionale 75/95 come rifugi montani custoditi. Queste sono: il “Pomilio” sulla Majella, il “Duca degli Abruzzi” e il “Franchetti” sul Gran Sasso e il “Sebastiani” sul Velino. Nessun rifugio montano classificato, è presente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, seppure vi siano magnifici esempi di edifici in quota come il “Pesco di Iorio” e il “Resuni”.
L’esito della ricerca è in corso di pubblicazione e sarà disponibile entro la prossima edizione di RaM. Oltre il “censimento”, conterrà una sperimentazione svolta con la prof.ssa M.C. Forlani del Dipartimento di Tecnologia dell’Ambiente Costruito della Facoltà D’Annunzio di Chieti/Pescara, nel “Laboratorio di progettazione sostenibile” del corso di Tecnologia dell’Architettura 2 (a.a. 2008-2009) che ha avuto come tema la costruzione di Un nuovo bivacco del Carlo Fusco all’anfiteatro delle Murelle a 2.455 s.l.m. L’esercitazione ha prodotto risultati interessanti rispetto agli obiettivi, inerenti il progetto sostenibile, e ai vincoli imposti dalla difficoltà di trasporto dei materiali e di cantierabilità. Le scelte sono avvenute muovendo dalla conoscenza della cultura del luogo (costruzioni a Tholos dei pastori) e in relazione a valutazioni economiche e di impatto ambientale (LCA). Gli esiti hanno condotto alla preferenza di materiali locali (obiettivo Km 0) e all’utilizzo di sistemi costruttivi a secco (obiettivo removibilità/restituzione di suolo libero). Il percorso, solo sinteticamente indicato, è stato oggetto di relazioni e presentazioni in convegni, raccogliendo notevoli consensi per i contenuti scientifici e la metodologia utilizzata e anche per la dichiarata volontà di affermare l’autonomia dell’Appennino.
Ulteriore collaborazione è quella con Slow Food Abruzzo-Molise, avviata per la convergenza degli obiettivi volti alla tutela dei prodotti di identità dal punto di vista ecologico (corretto utilizzo delle risorse naturali, nessun impiego di sostanze dannose per l’ambiente, salvaguardia della biodiversità), allo sviluppo di strumenti in grado di fornire il giusto riconoscimento ai produttori e ai trasformatori (tali da indurli a non abbandonare il millenario lavoro), alla rilocalizzazione dei consumi (comprare prodotti locali significa valorizzare le varietà vegetali e le razze animali del territorio) e alla sensibilizzare ad un consumo consapevole (delle stagioni, delle caratteristiche organolettiche e in generale dell’importanza culturale che un prodotto locale può rivestire). In attesa, e nella speranza, di trovare negli Enti Parco e nella Regione Abruzzo risposte certe ai formali interessamenti sull’argomento, il programma ha previsto dal 2010 un’azione di sensibilizzazione direttamente in ambiente e per questo è stato pensato:Rifugi ApertidelMediterraneo.Si vuole confermare l’esistenza del rifugio appenninico nel contesto mediterraneo e il ruolo che il rifugio svolge, non solo con l’accogliere ma anche con la possibilità di consentire attività diverse, così da ampliarne la funzione e quindi la facoltà di collocalo più facilmente all’interno del sistema dell’offerta turistica montana. Si è deciso che la formula fosse sperimentale, per verificarne le difficoltà in relazione alle “quote” (basti pensare al tempo, agli approvvigionamenti, ai servizi igienici) e, quindi, circoscritta nella rete del Cai e di Slow Food.

Rifugi ApertidelMediterraneo2012, ha proposto due giornate in totale immersione nell’ambiente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La prima dedicata alla scoperta della vetta più alta degli Appennini, il Corno Grande 2.912 mt s.l.m. La seconda incentrata sulla conoscenza dei problemi climatici, mediante la relazione Osservazioni climatiche in alta montagna dall’Everest agli Appennini, svolta dal Prof. Piero Di Carlo (Dipartimento CETEMPS – Dip. Scienze Fisiche e Chimiche Università di L’Aquila) e sulla tutela dei prodotti del territorio agro-alimentare.

Rifugi ApertidelMediterraneo2012, anche questa volta si è autofinanziata con le quote di iscrizione e con un contributo del CAI Abruzzo e ha visto la presenza di 78 partecipanti, tra adulti e bambini, che non frequentano assiduamente la montagna e i rifugi, infatti di questi vi erano solo 6 soci Cai. Si può affermare che con questa manifestazione il Cai porta fuori il Cai.
Il Presidente del CAI Abruzzo Eugenio Di Marzio, il vice Presidente della Sezione di Roma Carlo Cecchi, Gianluca Mastrangelo per Slow Food Abruzzo-Molise hanno salutato i partecipanti. Si ringrazia lo staff del Rifugio per l’accoglienza, Eugenio, Gaetano, Stefania e Mario perchè ci hanno accompagnato con sicurezza sul sentiero per la vetta. Ma soprattutto ai partecipanti, entusiasti di affrontare fatiche inusuali, a cui chiediamo soltanto di raccontare, a chiunque, le emozioni vissute. Grazie!

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Marcello Borrone nasce a Chieti il 15 gennaio 1958, vive e lavora a Francavilla al mare. E’ Dottore di ricerca in Progettazione Ambientale e Cultura Tecnologica della progettazione. E’ incaricato per lo svolgimento di seminari nel Corso di laurea – Urbanistica Sostenibile, dell’Università di Chieti/Pescara – Facoltà di Architettura. Dal 2007 – Responsabile della Commissione Territorio-Ambiente dell’Ordine Architetti della Provincia di Chieti; dal 2006 – Vicepresidente della Commissione Nazionale Rifugi e Opere Alpine del Club Alpino Italiano; dal 2008 è Componente della Commissione Osservatorio Regionale Paesaggio della Convenzione Europea del Paesaggio; è Componente della Commissione Scientifica di Slow Food. Sul tema dei rifugi ha partecipato a convegni come autore di paper, tra i quali: -Il rifugio a presidio della montagna appenninica a Monte Sant’Angelo-Parco Nazionale del Gargano (2009); – Rifugi Sostenibili a Prati di Tivo nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (2009); Les Appennins, montagnes de la Mediterrano e lan d’entretien des refuges des Appennins a Aussois nel Parc National de la Vanoise-Francia (2009); – I rifugi della Regione Abruzzo a Ortona dei Marsi nel Parco Nazionale Abruzzo Lazio e Molise (2008); – Alpine refugie cultural defence è nel Fourth International Conference on monitoring and Management of Visitor Flows in recreational and Protect Areas a Montecatini (2008); Rifugi del Mediterraneo a Civitella Alfedena (2010). E’ in fase di pubblicazione Rifugi del Mediterraneo. Rifugi e sentieri per la fruizione sostenibile delle aree protette dell’Appennino. Il caso dell’Appennino abruzzese. borronearchitetto@libero.it